“Non si deve spegnere il fuoco della Missione”

Pubblicato giorno 7 giugno 2025 - Diocesi, Formazione, In home page, Iniziative, preghiera

Una lettera di don NUR NASSAR missionario “Fidei donum” nella parrocchia di Bissi Mafou diocesi di Pala in CIAD dove operano preti e laici della diocesi di Novara.

Sono una cinquantina i giovani che hanno fatto e stanno per iniziare a fare esperienze missionarie in Italia ed in vari paesi del mondo (Brasile, Perù, Tanzania, Kenya, India, Albania, ecc. ed ovviamente anche in Ciad con don Fabrizio Scopa ed Elisa Perrini) nell’ambito del progetto “R-Estate in Missione” proposto e realizzato dal Centro Missionario Diocesano di Novara.

Don Nur ci chiede di pregare per le vocazioni, anche missionarie, e noi raccogliamo questo suo appello, anche per il fatto che accoglieremo nelle nostre parrocchie della Bassa novaraese durante i mesi di luglio e agosto don Benvenuto Maurizio, un prete angolano che si trova a Roma per studiare e una volta ritornato in patria per diventare formatore di altri preti nella sua diocesi da cui è partito.

 

 

Bissi Mafou, 25 Maggio 2025
Carissimi,
Anche quest’anno a Bissi-Mafou ci è stata donata la gioia di celebrare tantissimi battesimi e alcuni matrimoni.
A seguire la tradizionale “settimana degli italiani”, preti, suore e laici missionari di Ciad e Camerun si sono dati appuntamento a Ngaoudere per godere del fresco, della fraternità e ricevere anche un po’ di formazione: quest’anno accompagnati da padre Efrem, un biblista camerunense che ci ha guidati ad approfondire le Lettere ai Corinzi. Abbiamo anche avuto l’occasione di godere delle bellezze naturali del luogo e incontrare alcuni missionari locali e i loro progetti: suor Filomena che ha già più di ottant’anni e ancora si fa dono per gli orfani, suor Nicole anch’essa impegnata con bimbi e famiglie e con progetti agricoli e scolastici e anche Giulia una ragazza che da diversi anni con la gioventù locale ha fondato un’associazione che educa i giovani attraverso tante attività di sport, formazione, imprenditoria, artigianato, ecc. Grazie agli Amici di don Sacco
che ci hanno aiutato a sostenere le spese del relatore. 
Lungo il viaggio ho avuto modo di visitare anche il bellissimo santuario de Maria Madre di Dio di Figuil meta di pellegrinaggio e di affidamento per tutto il Nord Camerun e il Sud-Ovest del Ciad.
Al ritorno abbiamo vissuto anche un incontro tra fidei donum, cioè i preti che vescovi di altre diocesi hanno voluto dare in prestito per un po’ di tempo al vescovo di Pala. Oltre a don Nur e don Fabrizio c’erano anche i tre preti di Treviso, due preti del Camerun, dieci preti burundesi, un congolese. L’arrivo dei vari preti qui a Bissi Mafou è stato proprio al momento della fumata bianca così che l’incontro è cominciato subito con la recita dei Vespri, per il nuovo papa. Poi cena e serata fraterna attorno a qualche cassa di birra fresca. La mattina successiva ci è stata proposta una meditazione da parte di un confratello burundese che faccio seguire in appendice, poi un piccolo spazio di deserto e di adorazione ed infine la Santa Messa e il pranzo con cui ci si è salutati.
Ancora le parrocchie della zona si sono trovate per condividere quanto è stato fatto in questo anno pastorale e programmare l’avvenire. L’incontro si è poi concluso con i grandi festeggiamenti per padre Jérôme nel suo anniversario di sacerdozio, 25 anni, 16 passati a Bissi-Mafou con i preti novaresi. 
Ieri si è conclusa la scuola che cresce e migliora, ma ancora sono tante le fatiche nella vita dei giovani studenti per l’indebolirsi costante delle altre istituzioni educative: famiglia, autorità civili e tradizionali, ecc. Ci sono stati anche quest’anno dei conflitti tra allevatori e coltivatori e un piccolo scontro tra civili e militari al mercato. Come cristiani piano piano cerchiamo di immaginare e tentare altre vie possibili, alternative alla violenza.
Domani con Elisa e altri cristiani partiremo in Camerun per il funerale di un giovane prete, molto giovane, molto buono e generoso, anche lui fidei donum nella nostra diocesi. Preghiamo per lui e per la sua famiglia.
Stiamo pensando al futuro della nostra parrocchia e di altre parrocchie servite da preti italiani… sembra non esserci un ricambio all’orizzonte, una disponibilità: Novara, Treviso, Milano, ecc.

Tanti confratelli mi dicono che ora la missione è in Italia… penso a tanti cristiani qui che aspettano un mese per avere la Messa Domenicale, l’incontro con Gesù Eucarestia che nei convegni continuiamo a professare come sorgente e culmine della vita cristiana… possibile che non ci siano preti, che quindi hanno ricevuto questo dono di grazia, di rendere presente il Corpo e il Sangue del Signore Gesù Cristo, non si sentano toccati da questa fame e sete di tanti cristiani che vivono tre domeniche al mese senza la Santa Comunione e che quella volta che c’è la Messa questa è magari a 10 km ?
Eppure l’Italia è ricca di laici formati con notevoli capacità di annunciare, santificare e anche governare, certo sotto la guida del Vescovo nella sinodalità. Ma soprattutto per i sacramenti e per spezzare la Parola, qui c’è bisogno di preti.
Un amico fidei donum italiano in Perù mi ha espresso la sua inquietudine: “se le diocesi italiane chiudono i rivoli che li legano ad altre chiese ho paura che resteranno come acqua stagnante che si prosciuga al sole”. Magari questa frase così lapidaria è eccessiva, però merita riflessione.

In questi giorni per noi la speranza si fa anche estremamente pragmatica con la pulizia dei campi, l’addomesticamento dei giovani buoi e la benedizione delle sementi; pochi giorni e saremo nella stagione delle piogge.
Prossimi appuntamenti e breve: la festa patronale di San Carlo Lwanga martire (3 giugno) e il pellegrinaggio diocesano a Pala (30 km a piedi, ce la farò?).
Una buona estate a tutti voi, ci vedremo per il mese missionario in Italia. Un abbraccio e una preghiera 

Don Nur

Alcune note dell’intervento di padre Thérence ai fidei donum della diocesi di Pala “Il primo ricordo è legato alla chiamata del mio vescovo in Burundi per domandarmi di partire in Ciad. La prima reazione è stata, « Perché io ? », « Perché in Ciad ? » (Non conoscevo il Ciad, ma non ne avevo sentito parlare bene). Avevo qualche preoccupazione, poi una donna anziana della parrocchia mi ha detto: “Devi essere grato”, ma io non capivo perché, e lei mi ha risposto: “Il vescovo ha pensato a te, piuttosto che a un altro, ha posto la sua fiducia su di te”. Mi ha rincuorato, donato una nuova visione.
Appena arrivato generosissima è stata l’accoglienza da parte dei Musey. Ho sperimentato la grande gioia nel ricevere la visita del prete nel loro villaggio , nella loro casa, ho conosciuto la loro premura nel donare qualcosa con calore…
Qualche volta anche i non cristiani si rendono disponibili per mostrarsi vicini e disponibili a aiutare la Chiesa. Questo clima mi è stato d’aiuto a cominciare a lasciare le mie abitudini per cominciare a scoprire e ad amare la cultura e le modalità d’espressione della Chiesa locale.
L’altra cosa bellissima è stata l’apertura universale che si vive nella diocesi di Pala dove si vive e si condivide con persone provenienti da differenti parti del mondo”.
Durante la Santa Messa celebrata da padre Maurice, camerunense, abbiamo ascoltato i timori di Anania, inviato a Paolo: aveva certamente paura per tutto quello che aveva sentito sul suo conto… ma andando ha scoperto ancora una volta la grazia di Dio. In effetti padre Maurice è stato inviato in una zona molto difficile da raggiungere, molto diversa dalla sua realtà, così inizialmente una domanda, che è anche una tentazione è stata : « Sarò capace di restare qui ? ».
“I primi giorni non ho disfatto la valigia, tiravo fuori solo gli abiti del giorno. Mi rifugiavo in cappella, stavo davanti all’Eucaristia e dopo un po’ ho capito che, per me, avere fiducia nel Signore significa proprio restare qui, sono salito in casa e ho disfatto tutti i bagagli. Qui, con la comunità di qui vivo la mia fede e la speranza”.
È in questa Santa Messa che per la prima volta abbiamo pronunciato “il nostro papa Leone”…