[SocialMente] La follia della collaborazione

Pubblicato giorno 20 dicembre 2020 - In home page, Sociale

[SocialMente] rubrica a cura di Omar Giannino. 

– In occasione in dell’International Human Solidarity Day, che si celebra il 20 dicembre e che intende ricordare a tutti l’importanza della solidarietà per lo sviluppo sociale a livello planetario, pubblichiamo un articolo riguardante la collaborazione e l’altruismo.- 

Ormai da secoli è presente nella storia del pensiero dell’uomo il dibattito sulla possibilità umana della collaborazione e dell’altruismo. Prima del concetto “L’uomo è lupo nei confronti degli uomini” (Homo homini lupus) di Thomas Hobbes, il filone prevalente è quello cristiano di “Ama il prossimo tuo”; l’intera storia del pensiero umano è costituito da un rimpallarsi tra questi due modi di approcciarsi alla domanda “L’uomo è naturalmente altruista?” o “Gli esseri umani sono collaboratori nati?”, e dopo essere passati attraverso il pensiero di Hume, Rosseau, Adam Smith, Darwin, Nietzche, Freud e Beveridge, si è giunti ad affermare, attraverso il contributo intrecciato di neuroscienze e psicologia sociale, una natura relazionale della mente; secondo tale teoria l’adulto fornisce al bambino degli schemi di comportamento e di lettura del mondo, in questo senso si crea un intreccio di menti, diverso dal semplice scambio di informazioni, la mente individuale diventa una mente sociale. La ricerca nella direzione di una mente relazionale conferma sempre di più la predisposizione dell’uomo ad essere altruista e collaborativo. Gli uomini si impegnano ad insegnarsi le cose a vicenda col fine di raggiungere uno scopo comunemente condiviso, in questo senso l’”insegnamento” può essere visto come una forma di altruismo, dato che, in questo scambio, si donano informazioni affinché gli altri le possano usare (Ripamonti, 2018). Tutte le conquiste umane, dalle invenzioni tecnologiche alle intuizioni linguistiche e sociali, non sono frutto di singoli che lavorano, ma di individui che operano insieme, in interazione (Tomasello, 2010).

È possibile osservare, fin dalla prima infanzia, comportamenti di collaborazione ed altruismo, anche se, secondo studi di psicologia evolutiva, questi comportamenti non sono completamente disinteressati, ma contengono una componente di vantaggio personale. Tuttavia, si può affermare che l’essere umano ha sviluppato un’innata spinta all’altruismo e all’equità; lo psicologo Daniel Batson (2011) afferma che gli esseri umani si aiutano per la loro bontà d’animo e che, in presenza di empatia per una persona bisognosa, è più probabile che si attivi un comportamento altruista. In tutte quelle attività di collaborazione condivisa esiste un obbiettivo comune che crea legami tra gli individui coinvolti in una relazione, in modo da poter generare un senso del “noi”; questo evidenzia una capacità straordinaria di collaborazione, l’uomo si impegna in attività complesse con persone non legate a lui da vincoli di parentela, praticamente dei perfetti sconosciuti. L’antropologo Curtis Marean definisce questa collaborazione “iperprosocialità” e sostiene che è un elemento presente nel codice genetico dell’Homo Sapiens (Ripamonti, 2018).

Nonostante tutti gli avvenimenti negativi che ci circondano, riguardanti il comportamento dell’uomo, è bene tenere presente che tutti gli esseri umani, in un modo o nell’altro, sono naturalmente portati a collaborare tra di loro per raggiungere un obbiettivo, ad essere altruisti e a rinunciare a qualcosa per donarlo all’altro. Come spiega Erasmo da Rotterdam nel suo trattato Elogio alla follia “[…] nessuno andrebbe d’accordo con il suo simile se reciprocamente non si ingannassero, non cedessero di tanto in tanto e non si adulassero con il miele suggerito dalla pazzia” (E. da Rotterdam, pag. 41); in poche parole, collaborazione e altruismo non esisterebbero senza un pizzico di “follia”, la quale rende possibile un gesto, spesso svantaggioso, in termini economici, per chi lo compie, ma di grande impatto sociale.

 

Per chi volesse approfondire il tema della collaborazione sociale in modo più completo si consiglia: Collaborare. Metodi partecipativi per il sociale” Di Ennio Ripamonti, ed. Carocci Faber

 

Bibliografia

  • Ripamonti E. 2018, Metodi partecipativi per il sociale; Carocci editore, Roma, 2018.
  • Tomasello M. 2010, Altruisti nati. Perché cooperiamo fin da piccoli; Bollati Boringhieri, Torino 2010.
  • Erasmo da Rotterdam 1511, Elogio alla follia; tr. It. Anna Corbella Ortalli, Giunti editore, Milano 2006.