[SocialMente] Stress lavoro-correlato: l’importanza di un’azione preventiva

Pubblicato giorno 27 aprile 2021 - Formazione, In home page, Sociale

[SocialMente]. Rubrica a cura di Omar Giannino.

Il 28 aprile sarà la giornata internazionale dedicata alla sicurezza sul lavoro, un argomento che riguarda principalmente il mondo fisico del lavoro: la prevenzione degli infortuni. Tuttavia, quando si parla di sicurezza sul lavoro non si può trascurare l’interiorità, la psiche, del lavoratore, dal momento che esistono anche lavori a basso rischio di infortuni che possono portare, in assenza di una corretta prevenzione, a un forte stato di malessere psichico; si pensi ai numerosi casi di burnout tra gli insegnanti, oppure si pensi ai casi di mobbing negli uffici di qualunque settore. In queste poche righe ci focalizzeremo principalmente sullo stress lavoro-correlato (SLC) in senso generale senza entrare nel merito di un settore specifico.

Lo stress lavorativo è il risultato dell’interazione tra la persona singola ed il contesto sociale e lavorativo in cui l’individuo è inserito (Cortese et al., 2013). Prima di entrare nel merito della questione stress lavoro-correlato, cerchiamo di definire il concetto di stress; tale termine deriva dal latino stringere, ovvero, serrare; lo stress è definito come affaticamento e/o pressione avvertita da chi pensa di dover far fronte ad un numero di richieste eccessivamente elevato, tale affaticamento o pressione comporta perciò un malessere psicologico (con le manifestazioni psicosomatiche del caso, come possono essere i disturbi gastrointestinali), tuttavia, lo stress non ha sempre un’accezione negativa, dal momento che una ragionevole quantità di stress nella nostra vita ci spinge ad agire (Ashleigh, Mansi, 2014). Lo stress e i suoi disturbi correlati sono dei fenomeni che abbiamo potuto osservare da vicino, a causa di questa pandemia, e di cui abbiamo già trattato (http://www.bassanovareseupm3.it/covid-19-e-benessere-psicologico-alcune-buone-pratiche/); si rimanda per ulteriori approfondimenti all’ISS (https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-gestione-stress-ambito-domestico)

Lo stress è un disturbo particolarmente diffuso che coinvolge il 27% dei lavoratori italiani e il 22% di quelli Europei (dati del 2012); l’Organizzazione Mondiale della Sanità evidenzia come alti livelli di stress in ambito lavorativo, oltre che ad essere associati a patologie della sfera fisica quali cardiopatie, disturbi muscolo-scheletrici, cefalee, affezioni gastrointestinali, e della sfera psichica, come ansia, depressione, disturbi dell’organizzazione del pensiero e della concentrazione, modifiche comportamentali ecc., siano correlati positivamente anche a un rischio maggiore di infortuni sul lavoro. Alla luce di ciò la legislazione italiana, con l’articolo 28 del D.lgs 81/2008 integrato dal D.lgs 106/2009, sancisce che ogni datore di lavoro sia tenuto a monitorare i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, tra questi parametri è considerato anche lo stress lavoro-correlato (Cortese et al. 2013).

I rischi psicosociali possono essere individuati sia nel contenuto che nel contesto lavorativo; con contenuto intendiamo le azioni determinate da un dato lavoro, ovvero tutto ciò che risponde alla domanda “Di che cosa si occupa quel lavoratore?”, ad esempio il carico di lavoro, ovvero quanto si lavora velocemente, l’orario di lavoro, ad oggi va sempre più a diffondersi la cultura dell’orario lungo, la mancanza di autonomia e il carico emotivo, il quale varia da lavoro a lavoro, ad esempio un infermiere dispiegato in un reparto ha un maggior carico emotivo rispetto ad un commercialista. Con contesto lavorativo si intende, invece, la struttura e l’organizzazione dell’organico, tutto ciò che risponde alla domanda “In che ambiente lavora il dipendente?”; tra questi rischi troviamo la cultura organizzativa, cioè la storia dell’azienda, questa influenza molto il comportamento dei sui dipendenti, i ruoli, ovvero ciò che ci si aspetta da una determinata persona, la giustizia organizzativa, ovvero la percezione del lavoratore di essere trattato in maniera giusta, la percezione di essere trattato ingiustamente può innescare, ad esempio reazioni negative o devianti, l’insicurezza lavorativa è una grande fonte di stress e di danno per la salute, le relazioni interpersonali, il rapporto con i colleghi ha un gran peso sulla percezione del benessere.

Un’importante campo d’azione a livello preventivo è quello dell’equilibrio Vita-Lavoro (Work-Life Balance), il quale consiste nei livelli di controllo che le persone hanno sulla propria vita lavorativa, tale equilibro può definirsi ottimale quando l’individuo ha una vita piena dentro e fuori il contesto lavorativo; va da sé che è estremamente complesso quantificare, in termini assoluti, un equilibrio ottimale, dal momento che questo varia da persona a persona e un monitoraggio efficace richiederebbe l’attenzione di un esperto in psicologia del lavoro e delle organizzazioni (Ashleigh, Mansi, 2014).

Nonostante, quello dello stress lavoro-correlato, sia un ambito ancora poco considerato e nel quale si investe molto poco, è bene non sottovalutare l’efficacia preventiva degli interventi psicologici in ambito lavorativo (es. colloqui, formazione ecc.). Va tenuto in conto che anche le nostre azioni nel contesto lavorativo possono essere fonte di stress per un nostro collega; sarebbe molto importante prestare attenzione a non diventare un fattore stessante (o meglio uno stressor) per i nostri colleghi; un ambiente lavorativo con bassi livelli di stress risulta essere più produttivo, a minor rischio di infortuni e addirittura diventa piacevole recarsi al lavoro.

 

Giannino Omar

 

 

Bibliografia

  • Ashleigh M., Mansi A., 2014; Psicologia del lavoro e delle organizzazioni; Cap. 5 Stress e rischi psicosociali (p.98-115); Pearson Italia, Miano-Torino, 2014.
  • Cortese C.G., Gerbaudo L., Manconi M.P., Violante B., 2013; L’identificazione dei fattori di rischio stress lavoro-correlato in un’Azienda Sanitaria Ospedaliera: un approccio quali-quantitativo.